mio nonno era marinaio
poi ha combinato più di un guaio
l’han gettato di slancio oltre la lancia
di pancia
scrivo e non mi lascio trattenere
questi versi che come una fontana
racconta dell’onda
del mare e perfino della spiaggia della metropolitana
il timone dell’azzardo è il coraggio una giornata di luce
che la sete t’ha preso e non si può arrestare
m’immagino il capitano Blake che sfida il mare
ovunque da bere
ovunque sale
sale quindi il fresco la gola
la gente che resiste i gorghi
qui arriva
qui odia o s’innamora
i sette mari amari son tempi rari
perché spesso abbiam smarrito la rotta
che botta veder il futuro già passato
ma non c’è via al continuar a navigare
la Fontana che par venire dal centro del sole
dalla foce al picco dell’onda
sfonda questo sproloquio che si consuma come un sorso
del morso d’una nave in tempesta
sia nodo e navigare
sia sete e la Fontana che la sa asciugare
per chi arriva e ora riparte
per chi in disparte o solo alle porte
per il Tritone e la burrasca della risacca
per il Timone e l’acqua che si sparge
come fosse un viso amico
come a metterci la faccia
14 febbraio 2014
Ivan Tresoldi