v’è dell’acqua santa che non si stanca
gl’angoli delle strade all’ombra dei rioni
che scorga per gl’ultimi che lasciano il passo
è fatta di cuore di masso e privilegio
dello sfamar gl’assetati al coro della chiesa
la foce della pioggia per le strade di roma
poesia la fontanella delle Tiare e il labbro che li si consola
se dovessi pensar il tempo regio
in cui lo sfregio delle idee ha fatto di dio un santo
ecco come fosse un pianto
lo sgorgare di questo mare di gocce
come bocce
le fatiche del cader dal cielo e arrivar il mare
come fosse un fiume che non può affogare
non s’arresta
non risacca
la fontana piscia meraviglia e pare mai
si taccia
la processione il passo dei ciottoli
roma cent’anni indietro e le croci avanti
il crogiolarsi dello scroscio del rovescio della medaglia
oggi che perfino l’acqua ha una taglia
che la città par come tovaglia
di briciole
sparse a far lucciole la memoria
per la fontanella come fosse una barricata
al viver eccezione e all’ascolto del tempo
ritratto primo e trino del mistero
tra la sete dei marciapiedi
e’l cielo di roma che pur il temporale
ritorna sereno e non si farà mai nero
14 febbraio 2014
Ivan Tresoldi