Non è che colgo il senso e l’emozione eppur mi par di intendere le stelle. Non posso prevedere un’ alluvione piaghe, carestie, o stagioni belle. Non conosco il destino d’un ribelle, o l’attimo in cui soffierà del vento, o predire chi salverà la pelle a un principe per un preciso evento. Ma dai tuoi occhi … Continua a leggere La Profezia
Chicco De Riso
Mezzo sorriso me stampa sur viso er Palloncino de Chicco De Riso e me viè in mente un testo giocoso. Pare un singhiozzo che senza preavviso strozza la voce d’un bimbo curioso. Coreva veloce in un posto preciso però je scappa er filo e all’improviso va verso er celo. La gioia è fumosa, diventa infelice … Continua a leggere Chicco De Riso
Sonnet 33
Full many a glorious morning have I seen flatter the mountain tops with sovereign eye, kissing with golden face the meadows green, gilding pale streams with heavenly alchemy; anon permit the basest clouds to ride with ugly rack on his celestial face, and from the forlorn world his visage hide, stealing unseen to west with … Continua a leggere Sonnet 33
Quante Volte
Quante volte nel cielo del mattino ho contemplato il sole sopra un monte raggi d’oro tra l’erba d’un giardino o riflessi sull’acqua d’una fonte. E poi ho visto scure nubi pronte a macchiare l’immensa limpidezza per nascondere al mondo l’orizzonte come un velo nasconde la bellezza. Brilla leggero e come una carezza ci avvolge per … Continua a leggere Quante Volte
Sonetto XXXIII
Spesso, a lusingar vette, vidi splendere sovranamente l’occhio del mattino, e baciar d’oro verdi prati, accendere pallidi rivi d’alchimìe divine. Poi vili fumi alzarsi, intorbidata d’un tratto quella celestiale fronte, e fuggendo a occidente il desolato mondo, l’astro celare il viso e l’onta. Anch’io sul far del giorno ebbi il mio sole e il suo … Continua a leggere Sonetto XXXIII
Roma arida
Roma aridà stornelli e serenate nun canta più canzoni e ritornelli pare na lagna de note stonate. Roma aridà a la luna la bellezza mezzo sorriso senza più fortuna e mo s’abbotta solo de monnezza. Roma aridà a la fonte l’acqua fresca rimane secca e vota sottoponte però regala fava romanesca. Roma arida ormai nun … Continua a leggere Roma arida
Sonnet 20
A woman’s face, with Nature’s own hand painted, hast thou, the Master-Mistress of my passion; a woman’s gentle heart, but not acquainted with shifting change, as is false women’s fashion; an eye more bright than theirs, less false in rolling, gilding the object whereupon it gazeth; a man in hue all hues in his controlling, … Continua a leggere Sonnet 20
Desideri
La Natura T’ha dipinto così co quer grugnetto cha fa innamorà e io trittico e nun so più che di’, ciò er batticore e nun se pò fermà; e pe questo, me possino cecà, er core dole e nun Te vedo più. Forme belle che è mejo nun toccà me strizzo l’occhi e nun ce … Continua a leggere Desideri
Sonnet 18
Shall I compare thee to a summer’s day? Thou art more lovely and more temperate: rough winds do shake the darling buds of May, and summer’s lease hath all too short a date; Sometime too hot the eye of heaven shines, and often is his gold complexion dimmed; and every fair from fair sometime declines, … Continua a leggere Sonnet 18
L’Estate addosso
La tua bellezza non ha paragone. Tu sei fresca come un soffio di vento in un giorno della bella stagione, l’Estate poi finisce in un momento. Caldi raggi d’oro dal firmamento smettono di brillare sul creato. Cose belle diventano un frammento d’un attimo di tempo già passato. Quando tutto sarà dimenticato tu non sparirai come … Continua a leggere L’Estate addosso