La Vendemmia

A ottobre se spoja, senza imbarazzo,
solo cor tralcio rimane La vigna
tutte le vorte c’è er solito andazzo;
L’Uva cresciuta, pista e se la svigna.
Piena de vite, golosa e sanguigna
de prescia scappa via dalla campagna
e de nascosto scintilla e sogghigna
mentre che er mosto je sta alle carcagna.
Dopo cor vino la bocca se bagna
na lunga bevuta, quarche intralazzo,
senza più intralci, nessuna magagna
prenne e se sbronza d’un rosso paonazzo.
Sale la ciucca, te pija la cecagna…
er pianto s’anninna co no schiamazzo.

 12 ottobre 2014
Leone Antenone detto Scartaccia

4 commenti su “La Vendemmia”

  1. bravo Leone
    le tue parole sono come un pennello intrinso di colore e ad ogni lettura segue immininte un colpo di pennello cosi al termine della poesia si ha un meraviglioso dipinto davanti agli occhi.
    un abbraccio
    fiore

  2. pittoresca quanto naif, quell’acerbo acino che col sole matura e la sua anima diviene liquido divino o di vino. 🙂
    Gan poeta.

  3. Caro Leone, rifacendomi al commento di Fiorella, mi farebbe piacere invitarti con i tuoi amici, all’incontro d’arte per il 13 dicembre “Bottiglie d’autore”. Posso pubblicare la tua poesia la vigna ?Rispondimi così ti do gli estremi dell’evento; la mia nuova mail è: di.es.el@libero.it
    Grazie.
    Luigi Di Santo

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