Mi padre lo rivedo nello specchio
labbra sottili in un sorriso stretto.
Mentre insapono er collo cor pennello
ripenso ar gioco cor pallone giallo
alle scarpette bianche senza lacci
sur praticello verde dietro casa.
Raso la barba, m’accorcio li baffi,
scopro le guance e aggiusto le basette
sciacquo la faccia me sa de salato.
Come fusaje comprate lì ar parco,
un cartocetto de pochi sorrisi,
presi e mangiati in un giorno de festa.
Lento m’asciugo, rivedo lo specchio,
tutto arrossato je do de colonia,
sento un profumo de menta e lavanda.
Me guardo nell’occhi, vedo er profilo,
destra, sinistra, ritorno de fronte
e alla fine me tiro du’ schiaffi.
Ecco sò pronto pulito e sbarbato,
tutto contento, mo esco all’aperto.
04 maggio 2016
Leone Antenone detto Scartaccia