I ragazzi dell’antica Grecia chiamavano «Collabismos», cioè «lo schiaffo», una prima versione di questo gioco. Il sorteggiato di turno si copriva gli occhi con le mani e, ricevuto un colpo, doveva cercare di indovinare con quale mano lo avesse colpito uno dei retrostanti giocatori.
Oggi come nell’antichità, questo gioco è praticato da un gruppo numeroso di avventori dal quale viene estratto a sorte chi deve “stare sotto”. Il giocatore prescelto dovrà mettersi con le spalle rivolte al gruppo, con una mano coprirsi gli occhi e porgere l’altra, che passa sotto l’ascella sporgendo dalla spalla, attendendo che arrivi uno schiaffo sul palmo. Uno degli altri giocatori in campo, colpirà la mano con un sonoro schiaffone, alzando repentinamente il dito indice della mano destra, subito imitato da tutti i compagni in un teatrale tentativo di creare un diversivo.
Il giocatore colpito, voltandosi di scatto, darà una rapida occhiata al gruppo e indicherà chi per lui può ritenersi l’autore del colpo. Se la sua scelta dovesse essere quella giusta, il giocatore individuato sarà costretto a prendere il suo posto, in caso contrario sarà obbligato a ripetere il turno fino a quando non indovinerà il colpevole. Per una corretta procedura del gioco, chi sta sotto non deve mai voltarsi, né guardare tra le dita della mano, a sua volta, il battitore deve cercare di centrare sempre il palmo della mano del sottostante, evitando specialmente di colpirlo in corrispondenza delle costole: se il battitore non dovesse attenersi a questa prudenziale norma di comportamento prenderà immediatamente il posto del sottostante.
Andrea Catalani