Moscacieca è un gioco diffuso in molti paesi del mondo e si può svolgere all’aperto o in una stanza abbastanza grande e vuota, con un minimo di quattro giocatori e un numero massimo di partecipanti dettato dal luogo in cui si decide di giocare.
Un giocatore, scelto a sorte, verrà bendato diventando la “Moscacieca” e fatto girare su sé stesso per fargli perdere l’orientamento. Gli altri giocatori, intorno a lui, si muoveranno silenziosamente per non farsi prendere mentre la Moscacieca andrà in giro brancolando con le mani avanti per afferrare qualcuno, cercando di avvertire i più piccoli rumori. Nella variante più comune, se la Moscacieca tocca un giocatore, quest’ultimo prende il suo posto. Alcune varianti prevedono che la Moscacieca debba riconoscere il giocatore catturato (senza togliersi la benda) affinché la cattura abbia effetto.
Il gioco della Moscacieca è molto antico, molti storici attribuiscono la sua origine a un passatempo dei Greci chiamato “Muynda”(dal greco μυέω: chiudere), che consisteva nel bendare gli occhi a un ragazzo e nel fargli indovinare il nome dell’eventuale compagno che egli fosse riuscito a toccare.
A Roma, la “Moscaceca”, veniva detta anche la “Gattaceca”, per via di un simpatico dialogo che il giocatore bendato aveva con il capo-gioco (la mamma): “Gattaceca d’indove ne vienghi?” / “Da Milano.” / “E che me porti?” / “Pane e cacio.” / “Me ne dai gnente a me?” / “No!” / “Brutta gattaceca vatte a cerca chi t’ha dato!”. Finito il dialogo il capo-gioco toccava la spalla del giocatore bendato e così dava inizio al gioco.
Andrea Catalani