Per giocare ai Quattro Cantoni, che a Roma viene anche detto gioco del Rubbacantoni, è indispensabile essere in cinque giocatori: quattro si disporranno agli angoli, detti cantoni, di un grande quadrato di circa dieci passi per lato, precedentemente tracciato sul terreno, ed il quinto giocatore, detto er torzo, scelto rigorosamente tirando a sorte, si disporrà al centro del quadrato stesso.
Per il campo da gioco, le cinque posizioni occupate in partenza dai contendenti possono essere delimitate anche disegnando a terra con un gessetto cinque cerchi di circa sessanta centimetri di diametro, detti anche casa, oppure, se si è in un parco o in un giardino, si potranno usare al limite quattro zainetti o quattro alberi più o meno alla stessa distanza l’uno dall’altro.
Al “Via!”, i giocatori dislocati ai quattro angoli del quadrato, cominceranno a scambiarsi vicendevolmente la casa o a fingere tale intenzione con improvvisi scatti e ingannevoli serpentine, per indurre er torzo, il giocatore piazzato al centro, a rincorrerli. A sua volta, quest’ultimo, il cui scopo è quello di impadronirsi di una qualsiasi casa lasciata momentaneamente incustodita da un altro giocatore, fingerà di inseguire un determinato avversario per piombare poi, dopo un rapidissimo dietro-front, sulla base lasciata provvisoriamente scoperta dall’ingenuo occupante di turno. Quando il giocatore al centro riesce a conquistare un cantone, chi si ritrova senza posto (lo sfrattato) ricomincerà il gioco nel ruolo der torzo.
Andrea Catalani