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Si può dire che tu inauguri un nuovo modo di “tradurre” autori stranieri e non è che sia tanto “folle”, dal momento che il problema della traduzione è piuttosto spinoso e non trova mai d’accordo critici, poeti e via dicendo. E’ vero, la poesia va letta in originale per apprezzare la sua musicalità e il suo ritmo, nonché l’originalità dell’autore; ma per me è importante anche comprenderla (non “capirla”, anche se alcuni dicono che la poesia è di chi la legge…ma non sono per niente d’accordo!) e non saprei neanche leggere, per estremizzare, un haiku in giapponese! Insomma, la tua scelta può essere un valido contributo al “problema della traduzione”, oltreché una poesia apprezzabile; forse il distico finale sembra forzato e magari potresti renderlo più bello e sorprendente.